La SIAMA (Società Italiana di Aerobiologia Medicina e Ambiente), in occasione della Giornata Mondiale del Polline, con il patrocinio della SIAAIC (Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica), approfondisce uno studio tedesco, in cui viene dimostrato che il polline “inquinato”, ossia polline contaminato da stanze tossiche come lo smog, può scatenare reazioni allergiche anche alle persone non allergiche.
Secondo lo studio condotto dal Max Planck Institute for Chemistry di Mainz e dalla University Medical Center dell’Università Johannes Gutenberg, il polline assorbe alcuni inquinanti atmosferici come l’ozono e il biossido di azoto, per poi rilasciarli nelle vie respiratorie, provocando anche in soggetti non allergici rinite, tosse e asma.
“Lo studio tedesco pubblicato sulla rivista Frontier Allergy”, spiega Mario Di Gioacchino, Presidente SIAAIC, “con esperimenti di laboratorio ha mostrato che i pollini delle zone inquinate sono ricoperti da sostanze nocive che alterano il loro contenuto allergenico e possono rafforzarne l’effetto, provocando con maggiore facilità reazione allergiche anche in chi non ne soffre. Gli ossidi di azoto e l’ozono se raggiungono elevate concentrazioni alterano le componenti proteiche dei granuli pollinici a tal punto da innescare nei soggetti non allergici sintomi come rinite e tosse.”
“Nel nostro paese”, aggiunge Vincenzo Patella, presidente SIAMA e Direttore UOC di Medicina Interna Azienda Sanitaria Salerno, “è difficile sintetizzare quando si parla di pollini perché ci sono aree molto diverse dal punto di vista del clima e della vegetazione. Ma l’anno che stiamo vivendo è uno di quelli che lasciano il segno perché siamo passati da concentrazioni di 200 pollini totali per metro cubo di media nei giorni di picco di 5 anni fa ai 2.000 attuali, ben 10 volte di più. Questo ci obbliga a migliorare la raccolta di questi dati, a cura di ISPRA, SIAMA e AAIITO, in modo omogeneo e unitario tra le diverse agenzie di monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Inoltre chiediamo al legislatore di normare meglio le soglie di tossicità delle singole specie polliniche, confrontandole con i dati delle centraline dello smog. In questo modo potremmo favorire le campagne di prevenzione sulla qualità dell’aria molto più prontamente che in passato”.