body shamingIl Body Shaming, o derisione del corpo, è una forma di cyberbullismo, in cui la vittima viene criticata, insultata e attaccata su web e social, derisa per il suo aspetto fisico non aderente ai canoni estetici della cultura moderna.

Le conseguenze di questa forma di cyberbullismo portano alla formazione di disturbi negativi nella vittima chiamati “disturbi dell’immagine corporea”: sono un insieme di percezioni, pensieri e sentimenti sul proprio corpo che, malriposti, portano la vittima ad uno stato di ansia, tristezza e frustrazione in sé stessi e, in casi estremi, anche al suicidio.

A livello mondiale, circa il 25% degli adolescenti soffrono di disturbi dell’immagine corporea: secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Academic Research in Business and Social Sciences, il 66% degli studenti intervistati ha avuto problemi con la propria immagine corporea, a causa dello stigma sociale o degli standard di bellezza ideali promossi sui social media, confrontano il proprio aspetto sui social, mentre oltre il 50% concorda di sentirsi sotto pressione per raggiungere un corpo ideale, spesso evitano i coetanei a causa del proprio aspetto e passano molto tempo a preoccuparsi dell’idea che gli altri hanno del loro corpo.

“Gli attacchi sono prolungati, martellanti, fiumi di commenti, critiche e insulti gratuiti”, spiega Adelia Lucattini, psicoanalista e membro della Società Psicoanalitica Italiana. “Causano grande sofferenza in chi ne è vittima e acuiscono i problemi dell’accettazione del proprio aspetto fisico e di sé stessi. Sono aggettivi denigratori (grasso, brutto, storto, nero) parole che pesano come massi”.

“Per questo”, conclude la psicoanalista, “è importante iniziare un’attività di sensibilizzazione sin dalla scuola primaria sulle diversità fisiche, familiari, etniche che vanno accettate con normalità, come differenze che ci caratterizzano, non sono certo difetti. I genitori devono saper stare vicini ai propri figli, in modo da controllare e partecipare con discrezione alla loro vita sui social: la parola d'ordine per tutti è ‘proteggere, informare, educare’ contro il cyberbullismo e il body shaming”.