Uno studio guidato dalla Università Normale Nazionale di Taiwan dimostra come l’esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato fine (PM2.5) aumenta il rischio di rossori e danni cronici alla pelle.
L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
L’inquinamento atmosferico è una delle minacce ambientali più diffuse, e i suoi effetti sulla pelle sono spesso sottovalutati: interferisce, di fatto, con il normale equilibrio idrico della pelle, alterando la funzione della barriera cutanea e rendendo la pelle più soggetta a secchezza e disidratazione. Le particelle di inquinante e le sostanze chimiche presenti nell’aria danneggiano le cellule della pelle, compromettendo la capacità della pelle di trattenere l’umidità. Di conseguenza, la pelle diventa più fragile, più secca e più incline a desquamarsi, con un aspetto più opaco e meno luminoso. L’inquinamento può anche rallentare i processi di rinnovamento cellulare, aumentando la durata della fase di desquamazione e contribuendo a una pelle visibilmente stanca e segnata.
PREVENZIONE E CURA
Per proteggere la pelle dagli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico, è importante adottare misure preventive, come la pulizia regolare della pelle con prodotti delicati, l’idratazione e l’applicazione di creme protettive e solari ad ampio spettro; inoltre, è fondamentale consultare un esperto dermatologo per ricevere informazioni e consigli su come proteggere la pelle.
LO STUDIO
Lo studio ha coinvolto 472 partecipanti provenienti da Taiwan, suddivisi in due gruppi (20-59 anni e oltre i 60 anni); i risultati ottenuti dimostrano l’associazione tra i livelli di esposizione al PM2.5 e l’area di arrossamento: nella fascia di età 20-59, ogni unità di aumento di PM2.5 corrisponde a un aumento di 1,70 unità nell’area di rossore mentre nel gruppo over-60, l’aumento è di 2,63 unità.
ALTRI EFFETTI NEGATIVI SULLA PELLE
Esistono altri effetti collaterali che l’inquinamento può provocare alla pelle: l’ozono, per esempio, è presente in grande quantità nelle aree urbane e nelle zone con alte concentrazioni di traffico e può avere un impatto devastante sulla salute della pelle. L’ozono è una molecola altamente reattiva che, a contatto con la pelle, provoca l’ossidazione delle cellule cutanee, danneggiando il collagene e le fibre elastiche. Questo processo porta alla formazione di rughe e alla perdita di compattezza della pelle, rendendola più soggetta a flaccidità. A lungo termine, l’esposizione cronica all’ozono può anche causare danni alla pigmentazione, portando alla formazione di macchie scure e una tonalità della pelle meno uniforme. Le persone che vivono in ambienti ad alta concentrazione di ozono sono inoltre più soggette a sviluppare dermatiti da contatto e eczemi, che si manifestano con prurito, arrossamenti e irritazioni cutanee gravi.
L’inquinamento atmosferico, inoltre, attiva una risposta infiammatoria nel corpo, che si manifesta anche sulla pelle. La continua esposizione a inquinanti come le polveri sottili e i gas tossici contribuisce a un’infiammazione cronica che indebolisce la funzione di difesa della pelle. Questa infiammazione può aggravare e provocare patologie dermatologiche come rosacea, dermatite atopica, acne e prurito cronico. L’aumento dell’infiammazione porta anche a una maggiore sensibilità cutanea, con la pelle che diventa reattiva anche a stimoli minori. I danni infiammatori accumulati nel tempo possono inoltre portare a cicatrici e macchie scure, oltre a un processo di invecchiamento accelerato.