dolori schiena coccigeMarco Minetto, professore associato in Medicina fisica e riabilitativa all’università di Torino presso l’Ospedale Molinette, spiega le cause e i sintomi, con alcuni suggerimenti da trattare, della coccigodinia.

La Coccigodinia, o dolore al coccige, è una infiammazione del tratto terminale della colonna vertebrale, e si presenta nelle donne 5 volte di più rispetto agli uomini: questa patologia, infatti, può essere associata al trauma da parto e alle alterazioni ormonali della gravidanza.

“L’obesità viscerale”, spiega il prof. Minetto, “con l’aumento del giro vita, modifica la postura, esponendo di più la colonna lombo-sacrale e il coccige a un sovraccarico biomeccanico cronico. Il dolore al coccige può inoltre essere favorito dalla classica caduta sul sedere o da microtraumi ripetuti, come può capitare in chi pratica particolari attività sportive, per esempio il ciclismo e il canottaggio, per il contatto continuo con una superficie dura, oppure in chi sta seduto per molte ore al giorno, magari su una sedia scomoda. Il dolore al coccige, talvolta, si può presentare anche dopo un intervento chirurgico in cui il paziente è stato immobile per più ore in posizione supina a gambe divaricate. In rari casi la coccigodinia può, infine, essere conseguenza di problemi oncologici, come un lipoma intraosseo o metastasi scheletriche”.

“In fase acuta”, suggerisce l’esperto, “è indicato l’uso di farmaci antinfiammatori. Inoltre, per attenuare il dolore quando ci si siede, si possono usare cuscini a ciambella o a cuneo che minimizzano il microtrauma posturale. In genere, il dolore si risolve entro tre mesi, ma un paziente su cinque va incontro a ricadute entro un anno, soprattutto se non si interviene sui fattori predisponenti. Se il dolore è particolarmente insidioso, invece, si può ricorrere a infiltrazioni con cortisonici nell’area del coccige o alle onde d’urto focalizzate, le quali favoriscono un aumento della vascolarizzazione del distretto con risultati molto buoni”.

In conclusione, il prof. Minetto aggiunge che, in caso in cui il coccige sia sublussato (cioè spostato rispetto alla posizione ottimale), si può considerare la terapia manuale invasiva intrarettale, che stimola meccanicamente un riposizionamento del coccige. “In presenza di un coccige ipermobile, che tende a sublussarsi, sono consigliati esercizi di stretching e di rinforzo per l’ultimo tratto della colonna vertebrale. Il ricorso alla terapia chirurgica di rimozione, parziale o completa, del coccige è indicato solo in casi estremi”.