Oggi ricorre la Giornata Mondiale della Fibromialgia, promossa dall’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (AISF OdV), con lo scopo di sensibilizzare ed informare i cittadini sulla patologia.
La fibromialgia è una malattia cronica che si presenta con dolori muscolari diffusi in tutto il corpo ed è spesso associata ad altri sintomi quali affaticamento, disturbi del sonno, deficit di memoria e concentrazione. I sintomi possono comparire in modo graduale e aggravarsi con il passare del tempo, oppure esordire improvvisamente dopo un evento scatenante, come un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico.
Nonostante circa 3 milioni di italiani soffrono di fibromialgia, di cui l’80% sono donne in età adulta, questa patologia non è riconosciuta come tale dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e nemmeno nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): infatti, il 35-50% dei pazienti fibromialgici non solo non hanno diritto a esenzioni per visite, esami e terapie, ma sono anche invisibili in ambito sociale e lavorativo, non potendo nemmeno presentare certificati per assenza dal lavoro legata alla malattia stessa.
Il presidente del Comitato Fibromialgici Uniti italiana (CFU) Barbara Suzzi ha presentato la proposta di legge alla Camera e al Senato il 30 marzo scorso, intitolato “Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia o sindrome fibromialgica”: “E’ necessario l’istituzione di un percorso finalizzato ad inserire la fibromialgia nell’elenco delle malattie ‘Croniche‘, precisando i gradi di invalidità derivanti dal persistere della malattia nei suoi differenti stadi di severità. Ciò al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza”.