pazienti oncologiciLa Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (F.A.V.O.), con la collaborazione del Ministero della Salute e della European Cancer Patient Coalition, celebra la Giornata nazionale del Malato Oncologico, che ha come date da oggi 18 maggio fino a domenica 21 maggio a Roma, con lo scopo di dare importanza ai malati di cancro e a quelli che hanno superato la malattia, trasmettendo ansie, preoccupazioni e speranze.

“I progressi medico–scientifici di questi anni”, dichiara Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, “permettono ai malati oncologici una maggiore possibilità di guarire e un’elevata aspettativa di vita ma, allo stesso tempo, i pazienti si ritrovano a convivere con disabilità temporanee o invalidanti che incidono sulla qualità della vita. In Italia, 3 milioni di persone vivono con una diagnosi oncologica, che segna l’inizio di viaggi, visite, esami e terapie. A questi si aggiungono i circa 4 milioni di caregiver, ovvero coloro che si occupano del sostegno ai pazienti. Si tratta, il più delle volte, di familiari e di persone che condividono il dolore, la sofferenza, ma anche la speranza che attraversano il corpo e l’anima dei malati. Nel Lazio, ogni anno, vengono diagnosticati 35.000 nuovi casi di tumore, rappresentando la seconda causa di mortalità dopo le malattie cardiovascolari”.

Il presidente della F.A.V.O. Francesco De Lorenzo, durante l’intervista a Tgcom24, ha affermato che il cancro “non è un male inguaribile: bisogna fare in modo che tutti i guariti, a cominciare soprattutto dai più giovani, non abbiano più lo stigma del tumore. Invece, attualmente, vengono ancora considerati a rischio, per cui non hanno accesso a mutui e servizi finanziari. Si tratta della necessità di restituire il diritto a una vita normale dal punto di vista economico e sociale e noi su questo stiamo combattendo".

“I malati oncologici”, conclude Rocca, “reclamano diritti: alle migliori cure possibili, all’assistenza familiare, lavorativa e sociale. Stiamo ascoltando e coinvolgendo tutti gli operatori del settore per un approccio terapeutico sempre più multidisciplinare: occorre aumentare e potenziare gli screening di prevenzione che, complici gli anni della pandemia, hanno registrato livelli inaccettabili. Implementeremo, come suggeriscono da anni gli esperti, la rete oncologica regionale, migliorando le relazioni fra ospedale e sanità territoriale”.