Il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, all’apertura dell’evento “Stati Generali della Professione Farmaceutica” (4-5 maggio 2023), organizzata dal Sindacato dei farmacisti SINAFO (Associazione Nazionale Farmacisti e Dirigenti del SSN) e dalla SIFACT (Società Italiana di Farmacia Chimica e Terapia), mette in luce la problematica situazione della figura farmaceutica nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN): “È un fallimento della politica tutta: mancano i medici, mancano i farmacisti e lo scotto di 25 anni di non scelte lo pagano i cittadini. L’accesso alla salute non è più un diritto universale e garantito”.
Il farmacista, nonostante rappresenti un punto di riferimento nel garantire la salute delle persone, è stato fortemente penalizzato dalle numerose criticità del SSN, come: organici insufficienti, inappropriatezze organizzative e terapeutiche, mancanza di programmazione formativa e assistenziale, problematiche emerse soprattutto durante la fase pandemica. Il settore farmaceutico è quindi costretto ad esercitare in presenza di una vacatio legis; infatti, anche il Dm 71 e 77/2022 hanno ignorato le specifiche linee di attività previste dal PNRR e poste in essere da parte dei farmacisti dirigenti del territorio.
“Il farmacista ospedaliero e territoriale”, spiega Roberta Di Turi, Segretario Generale del Sindacato SINAFO e Direttore Dipartimento dei Servizi – UOC Farmacia Ospedaliera Asl Roma 3, “è una professione strategica nel garantire la sostenibilità del sistema sanitario grazie a cure costo/efficaci e sicure. Ruolo che i dirigenti farmacisti esercitano in pochi (2.852, quasi tutte donne) gestendo 16 macroaree per 106 linee di attività ospedaliera e 16 macroaree per 97 linee di attività farmaceutica territoriale. Ce ne vorrebbero almeno 8500, considerato che controllano e governano la gran parte dei 32,2 miliardi di spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata). Quasi il 2% del Pil Nazionale”.