Una delle stime più recenti indica che il 20-25% della popolazione mondiale soffre di allergie o intolleranze
Molti pazienti valutano l’intolleranza alimentare come una condizione estremamente comune e anzi, probabilmente, oggi c’è anche una dieta alla moda per quanto riguarda i vari tipi di intolleranza.
Fra tutte vi è l’intolleranza al glutine, una condizione clinica ormai abbastanza nota che è fondamentalmente la celiachia: un’enteropatia immuno-mediata (patologia intestinale) che dice che il paziente è intollerante al glutine. Ma vi è anche la probabilità di essere allergici al glutine, sono due situazioni distinte che possono essere rilevate in 2 momenti distinti.
Esiste inoltre, una ipersensibilità a specifici alimenti (latte, pesce, crostacei, molluschi, soia, orzo, nonché diversi frutti come mele, pere e ciliegie) e ciò, purtroppo, interessa una popolazione ancora più ampia, dove il paziente che ne è colpito afferma di star meglio, giustamente, se non assume quegli alimenti. È difficile, però, dare delle percentuali, soprattutto per l'esistenza di una reattività crociata tra varie specie e famiglie allergeniche e la conseguente frequenza di soggetti definiti polisensibili, allergici, cioè, non a un solo allergene ma a una combinazione di essi.
Stime relative al nostro Paese indicano che le allergie affliggono circa 10 milioni di Italiani, dei quali la metà soffre di asma, con un aumento della frequenza di quest'ultima di quasi il 100% negli ultimi 20 anni, e anche nei bambini sono in costante aumento.
Le cause principali di questa tendenza in salita sono state identificate nell'inquinamento "outdoor" (pollini e micofiti) e in quello "indoor" (residui essiccati di acari e di insetti, derivati di origine animale quali pelo e forfora, insieme a condizioni ambientali particolarmente sfavorevoli quali il fumo di sigaretta, limitati ricambi d'aria ecc.). A questo vanno aggiunti i rilevanti cambiamenti delle abitudini di vita degli ultimi decenni e fattori ereditari.
Tra le tante specie vegetali colpevoli di provocare allergie “stagionali”, vi è la famiglia delle Graminacee, che comprende specie che iniziano la fioritura da marzo a maggio-giugno, ma anche altre specie che fioriscono fino ad ottobre-novembre a seconda dei climi. Più della metà dei soggetti allergici italiani ha problemi causati dal polline di specie appartenenti a questa famiglia. Di grande interesse sono anche le Urticacee, che in alcune aree mostrano una presenza perenne, e le Composite, nell'ambito delle quali l'Ambrosia ha sempre più rilevanza, e che fiorisce da fine luglio a fine ottobre. Fenomeni allergici derivano anche da specie arboree quali olivo, cipresso, nocciolo, betulla.
Le relazioni tra i cambiamenti climatici e le allergie sono ancora poco studiate. Tuttavia, si pensa che i cambiamenti climatici degli ultimi anni, in particolare quelli legati al buco dell’ozono, abbiano potuto influire su distribuzione e presenza degli allergeni dispersi nell’aria. I cambiamenti climatici, infatti, possono rendere più precoci le fioriture con conseguente incremento del polline nell'aria.
Ma esistono anche allergeni perenni la cui presenza persiste nell'ambiente indipendentemente dalle stagioni: acari della polvere, scarafaggi, pelo e forfora di cane, gatto, ecc, che trovano un habitat ideale nei nostri ambienti domestici.
Esistono anche allergie dovute alla somministrazione di farmaci, a sostanze introdotte per via iniettiva (veleni di imenotteri), ad allergeni cutanei da contatto (sostanze chimiche varie, cosmetici, ecc.). La minore frequenza di queste sensibilizzazioni è purtroppo compensata dalla gravità delle manifestazioni patologiche presenti in questi casi.
La diagnosi è il risultato di 3 diverse analisi: l'anamnesi, i test in vivo e quelli in vitro.
Il primo passo è effettuare anamnesi familiare, data la predisposizione ereditaria delle malattie allergiche, seguita da quella fisiologica (comprensiva di indagini sulle abitudini di vita e di lavoro, sulle condizioni ambientali, l'uso di farmaci, ecc.), e da quella patologica remota e prossima (mirata a definire il tipo di manifestazione, la periodicità, la concomitanza di altri fattori sull'insorgenza delle manifestazioni, ecc.). Seguono test più specifici effettuati direttamente sul paziente nei laboratori di analisi.
Il test maggiormente impiegato è lo “skin prick test”, poi il “patch test”, utilizzato per la diagnosi delle dermatiti da contatto, i test di provocazione o scatenamento e quelli di eliminazione o sospensione.
Le allergie si possono curare?
La vaccinazione profilattica sembra essere l’unica strada percorribile per contrastare l’insorgenza o controllare la progressione delle patologie allergiche.
L’immunoterapia specifica costituisce infatti l’unico intervento in grado di modificare stabilmente le reazioni del sistema immunitario facendolo “abituare” alla presenza delle sostanze allergizzanti tramite iniezioni stabilite dallo specialista. Il trattamento sintomatico viene invece realizzato con antistaminici: che bloccano l’istamina, la sostanza liberata a seguito della reazione allergica. Nei casi più gravi invece, si ricorre ai cortisonici
Fonte: Ufficio Stampa C.P.