alzheimerLa malattia di Alzheimer (Alzheimer’s Disease) è una patologia neurodegenerativa a decorso cronico e progressivo. È la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei Paesi sviluppati: attualmente si stima ne sia colpita circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% degli ultra-85enni, anche se in diversi casi può manifestarsi anche un esordio precoce intorno ai 50 anni di vita.

I sintomi della malattia di Alzheimer possono variare molto da soggetto a soggetto. Il sintomo più precoce a cui bisogna prestare attenzione è, solitamente, la perdita di memoria ,dapprima in forma leggera e poco rilevabile, poi via via più marcata e grave. Alla perdita di memoria, che diventa con il passare del tempo sempre più importante, solitamente si associano altri disturbi come:

  • difficoltà nell’esecuzione delle normali attività quotidiane con conseguente perdita dell’autonomia
  • disturbi del linguaggio e impoverimento del linguaggio
  • disorientamento spaziale
  • disorientamento temporale
  • depressione
  • disturbi del sonno
  • disturbi comportamentali in stato più avanzato (agitazione, deliri e allucinazioni)

Non è in frequente che la persona colpita da Alzheimer vada incontro ad alterazioni della personalità, mostrandosi ad esempio meno interessato ai propri hobby o al proprio lavoro.

 

 

 

 

Nel 2005 l'American Alzheimer Association ha pubblicato i 10 campanelli di allarme per la malattia di Alzheimer:

  1. andare in confusione ed avere dei vuoti di memoria,
  2. non riuscire più a fare le cose di tutti i giorni,
  3. faticare a trovare le parole giuste,
  4. dare l'impressione di avere perso il senso dell'orientamento,
  5. indossare più abiti, uno sopra all'altro, come se non si sapesse vestire,
  6. avere problemi con il conteggio dei soldi,
  7. riporre gli oggetti in posti inconsueti,
  8. avere sbalzi d'umore senza motivo,
  9. cambiare carattere,
  10. avere meno interessi e meno spirito d'iniziativa

Quando sono visibili almeno quattro di questi campanelli d'allarme è bene confrontarsi con il proprio medico di baseIn ogni caso, quando si presentano deficit di memoria, anche lievi, è importante consultare uno specialista per una valutazione.Spesso non basta una solo visita , ne tantomeno un iter medico per formulare una diagnosi precisa ma serve un paragone tra i risultati a distanza di tempo.  La malattia infatti ha diverse modalità per manifestarsi ed evolvere nel corso degli anni: mediamente dura da 7 a 12 anni, fino ad arrivare a presentarsi da 2 a 20 anni. Purtroppo al giorno d’oggi non esiste una vera ed efficace prevenzione nei confronti dello sviluppo della malattia di Alzheimer. Diversi studi suggeriscono che il rischio della malattia possa essere ridotto diminuendo il rischio di malattie cardiache (pressione alta, colesterolo alto), sovrappeso e diabete (tutte patologie che influiscono negativamente sul benessere vascolare). Una dieta equilibrata, unita ad attività fisica e a un’appropriata stimolazione cognitiva sono considerate tutte strategie a favore del benessere cerebrale e cognitivo

La prevenzione dell'Alzheimer viene distinta, dunque, in due principali categorie: primaria e secondaria. Gli interventi di prevenzione primaria agiscono su soggetti prima della comparsa dei sintomi, mentre quella secondaria si concentra su pazienti considerati altamente a rischio o in cui il processo neurodegenerativo della malattia è già in atto. Di recente gli studi scientifici si sono concentrati su questa innovativa e significativa area di indagine, mostrando come alcuni interventi possano migliorare la salute cognitiva e cerebrale degli anziani.