inquinamento bambiniLa Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF) apre il convegno “Il cervello e i cambiamenti. Le sfide climatiche, ambientali, affettive e adattive” a Bormio (13 – 16 aprile 2023), durante il quale sarà affrontato il problema dei cambiamenti climatici e gli effetti che questi hanno sulla salute mentale delle persone.

Durante l’evento, oltre 50 massimi esperti italiani offriranno momenti di riflessione e approfondimento sui mutamenti sociali, culturali e scientifici che hanno influenzato la capacità di adattamento della mente umana. “Durante i lavori”, spiega Claudio Mencacci, presidente del convegno, direttore emerito di Neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano e Co-Presidente SINPF, “approfondiremo le correlazioni fra cambiamento socio–culturale e psicopatologia, fra ambiente e psicopatologia, i ‘nuovi disturbi’, ma anche come si sono modificate le espressioni psicopatologiche delle malattie psichiche. E naturalmente faremo il punto sulle nuove opportunità terapeutiche che il progredire delle conoscenze scientifiche ci consente oggi”.

“Sul cambiamento climatico il mondo continua a essere diviso tra catastrofisti e scettici”, afferma Emi Bondi, Direttore del dipartimento di salute mentale all’ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo e Presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP). “Ma da tempo ormai gli scienziati stanno rilevando gli effetti di questa evoluzione sulla salute dell’uomo. Innanzitutto non è affatto un falso mito, ma un mutamento in corso che non possiamo permetterci di sottovalutare, come dimostra il tema di questo convegno. Sappiamo che molti studi correlano alla depressione l’infiammazione da esposizione a sostanze tossiche nell’aria. Non solo: l’inquinamento è stato chiamato in causa anche per l’aumento dei disturbi del neurosviluppo tra i figli di donne esposte a inquinanti atmosferici, così come per l’incremento delle patologie degenerative cerebrali come l’Alzheimer. Per non dire del rumore: è stato dimostrato che l’inquinamento acustico può causare disturbi del sonno anche molto seri”.

Inoltre, tra i vari casi esposti durante il convegno, il più importante arriva da uno studio italiano pubblicato di recente su Epidemiology and Psychiatric Sciences, il quale dimostra come l’ozono rappresenta un potenziale fattore di rischio per la salute mentale: “Per due anni,” spiega Alfonso Tortorella, ordinario di psichiatria all’università degli studi di Perugia, “dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, sono stati raccolti i dati relativi agli accessi ai servizi di emergenza psichiatrica degli ospedali generali di Perugia e Foligno, in Umbri, collegandoli con i livelli di inquinanti atmosferici. L’osservazione dei 1860 casi complessivi di ricoveri in Pronto Soccorso per disturbi mentali (1461 dei quali a Perugia e 399 a Foligno) ha permesso di individuare proprio nell’ozono l’inquinante che poteva essere collegato al ricovero. Si può dunque affermare che questo inquinante possa essere considerato un potenziale fattore di rischio per la salute mentale e che l’esposizione all’ozono può essere associata a un aumento di ricoveri psichiatrici. Un risultato che conferma quanto riportato dalla letteratura esistente sul rapporto tra inquinamento atmosferico e salute mentale”.