La Fondazione IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) e la Fondazione Umberto Veronesi aprono la questione problematica riguardo i tempi di attesa delle diagnosi tumorali per gli adolescenti.
“Per i circa 800 adolescenti – ossia ragazzi compresi in una fascia di età tra i 15 e i 19 anni – che annualmente ricevono una diagnosi di tumore in Italia, arrivare a una definizione della malattia è più difficile rispetto ai bambini”, dichiara Andrea Ferrari, Pediatria Oncologica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e membro del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi. “Gli adolescenti sfuggono al controllo attento dei genitori e talvolta esercitano una sorta di arte del diniego di fronte a un proprio malessere o a sintomi che si protraggono nel tempo. Lo fanno un po’ per disattenzione o perché, a quell’età, pensano di essere invincibili e poco predisposti a malattie serie. I medici di base a volte, perché eccessivamente oberati dalla gestione dei numerosi pazienti e dalle infinite pratiche burocratiche o perché scarsamente consapevoli circa l’insorgere dei tumori durante l’adolescenza, tendono a dare poco rilievo a segnali che invece dovrebbero essere valutati in maniera più attenta”.
La Fondazione Umberto Veronesi, con il prezioso contributo delle delegazioni presenti su tutto il territorio italiano e in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Adolescenti dell’AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica) organizza da nove anni incontri di sensibilizzazione dedicati al mondo dei giovani, con il progetto nazionale “#fattivedere”. Tra i vari obiettivi, la Fondazione vuole migliorare l’accesso ai percorsi diagnostici e sensibilizzare i giovani, fornendo loro le informazioni utili per individuare possibili campanelli d’allarme, i fattori di rischio e opportunità di cura.